Le successive crisi delle categorie elaborate dalle scienze umane per tematizzare la questione delle migrazioni, in concomitanza con gli sviluppi dei movimenti anticoloniali prima e contro la segregazione interna nelle città occidentali poi, hanno mostrato l’irriducibile distanza tra la vita di ampie masse di uomini e l’approccio ideologico della loro segmentazione culturalista, disciplinare, pratica e amministrativa. “Melting pot”, “assimilazione”, “multiculturalismo”: nessuno dei “mantra”, circolarmente rimbalzato tra gli uffici dei ministeri e le aule universitarie, che non sia stato messo in dubbio da una mobilitazione, una rivolta, una radicale “non coincidenza” tra i soggetti e la loro mistificatoria definizione.
Questa sezione si ripropone di riarmare lo strumento dell’inchiesta sociale per indagare nella loro coimplicazione le dinamiche delle migrazioni e quelle della competizione dei capitali su scala globale, intersecando la comprensione delle dinamiche generali che risultano dai processi di espropriazione capitalistica con la descrizione delle sue conseguenze sui vari piani istituzionali, legislativi, disciplinari e sovrastrutturali. Principali nodi da cui proponiamo di attivare le nostre prospettive di inchiesta sono dunque:
– l’analisi delle politiche sociali e dei programmi di accoglimento ed inserimento dei migranti come fome di inclusione differenziale, esclusione e gerarchizzazione basate su un principio etnico
– la relazione tra flussi migratori e sviluppo di snodi territoriali della rete globale di distribuzione e produzione delle merci
– lo smascheramento delle ambivalenti sfaccettature del concetto di “cultura” nelle politiche dell’immigrazione, inteso sia come presupposto ideologico della loro formulazione, sia come “effetto di riproduzione” delle politiche stesse;
- indagine sui macroflussi migratori alla luce degli interessi speculativi e alle dinamiche di competizione globale tra territori, tematizzazione del problema dei “confini” geopolitici come funzione (e non come dato) rispetto allo sviluppo di queste dinamiche.
- demistificare la narrazione pietistica e il suo contraltare securitario delle migrazioni, collocando la realtà delle “tragedie del mare” entro le dinamiche di investimento capitalistica sulle politiche di sicurezza, tematizzando il ruolo dei gruppi finanziari e delle lobby tecnologico-militari nella pacificazione geopolitica del mediterraneo.
- Indagare il ruolo delle pratiche sociali di presa in carico e di gestione della cotnraddizione portata dai flussi migratori alla luce dei meccanismi della governance europea, nazionale e locale.
Ulteriore indagine
- individuare il ruolo delle pratiche istituzionali di riproduzione della questione “Migrazione” all’interno delle dinamiche neoliberali di frammentazione e mercificazione della presa in carico pubblica. Guardare ai flussi economici che sostanziano le politiche di “presa in carico” tematizzando la funzione di accordi clientalari nella governance. Guardare al ruolo di cooperative ed enti caritatevoli nella gestione dei vari modelli di “inclusione”. Osservare le micropratiche reali di resistenza (dormitori occupati, pretiche di autogestione, ecc) andando a tematizzare criticamente se queste possano realizzare spazi di apertura e concreta ri socializzazione